Teocal

La cromoterapia ha origini antichissime: nella città egizia di Heliopolis (3000-2000 a.C.), la città del sole dell’antico Egitto citata da Erodoto, i pazienti giacevano distesi in locali con ampie aperture alle pareti, schermate da papiri colorati: la luce del sole, così, veniva filtrata e gli ammalati erano irradiati dai fasci di colore, con potenti effetti terapeutici. Negli ultimi decenni la cromoterapia è stata riscoperta e viene praticata con successo in varie parti del mondo (oltre ad una attività di ricerca articolata in vario modo). Tuttavia le frequenze luminose dei vari colori sono prodotte con metodi artificiali (generalmente lampade schermate da filtri colorati, o computer, come nel caso del Tonal), e la luce solare non viene più impiegata, come avveniva invece nei tempi antichi. Poiché la luce del sole contiene tutte le frequenze della banda luminosa, la sua efficacia terapeutica è superiore a quella della luce elettrica.

Il Teocal (dalla parola azteca Teocalli, che significa piramide) si propone come erede dei cromoterapeuti egiziani di migliaia di anni fa, unendo al metodo antico la moderna tecnologia. E’ una piramide avente dimensioni m. 4,71 x 4,71 di base per m. 3 di altezza, con attestato per Modello di Utilità n. 0000274833 del 20/12/2012, che contiene in sommità un concentratore di luce solare e i filtri cromatici di cristallo per ottenere i fasci colorati delle frequenze richieste, secondo i prontuari della cromoterapia.

I pazienti giacciono sdraiati sul lettino disposto sul pavimento, al centro della stanza, venendo sottoposti ad un bagno di luce colorata di notevole intensità ed efficacia terapeutica.

La luminosità disponibile in una giornata estiva di pieno sole è di circa 9.000 lumen, almeno di 3 volte superiore alla luminosità dei proiettori elettrici per cromoterapia.

Oltre a questa funzione, il Teocal è indicato per la solarizzazione dell’acqua, cioè per la produzione di acqua irradiata nei vari colori dello spettro luminoso. L’acqua solarizzata, contenuta in apposita vasca disposta sul pavimento della piramide (che non è alternativa alla funzione sopra descritta, essendo possibile disporre il lettino al di sopra della vasca, quando questa non viene utilizzata) può essere imbottigliata e bevuta successivamente dai pazienti. Sono allo studio applicazioni dell’acqua solarizzata nei colori “freddi” dello spettro luminoso per il trattamento di infiammazioni intestinali e disturbi depressivi, in particolare nell’età senile.

Su richiesta, il concentratore di luce solare può dotarsi sia di estrattore di calore (dall’interno della piramide), sia di lampada elettrica da 100 W, in grado di illuminare ugualmente il locale di notte o in caso di pioggia; ovviamente la lampada non può sostituire la potenza della luce naturale, ma consente di utilizzare il Teocal per il rilassamento degli utenti.

Il Teocal può essere installato all’aperto o al chiuso, in quest’ultimo caso con  l’avvertenza che il concentratore di luce solare in sommità rimanga all’aperto, per captare la luce.

Se l’installazione avviene su superficie naturale, previo spianamento della stessa, il Teocal può fondarsi o su fondazione continua (in pietra o cemento, quantunque si consigli la pietra) o su plinti di fondazione. In alternativa la piramide può essere dotata di ruote, che ne consentono lo spostamento su superficie asfaltata o lastricata: una volta posizionata, le ruote vengono ribaltate e il Teocal mantiene la posizione.

Per concludere, il Teocal può essere installato sul lastrico solare di edifici, previo rinverdimento degli stessi: il suo utilizzo, in tal modo, comporta un’operazione preventiva di miglioramento ambientale, microclimatico e, in ultima analisi, urbanistico. Basti pensare ad un’istallazione di queste piramidi, su larga scala, in ambito urbano: come cambierebbe lo skyline di una città moderna, in cui i lastrici solari di copertura dei palazzi sono in maggioranza, se questi venissero rinverditi per ospitare i Teocal e consentirne un utilizzo ecologico? 

Sulle rive di Atl

(il ritorno del Teocal)

 

Sciamani innestano flussi

di carri non gravitazionali

sfiorando l’acque

di un oceano fanciullo

mentre bimbi piloti

lambiscono leve

di un metallo straniero.

Nel mio lucido sogno

c’è una pietra scolpita

ruvida curva

d’ocra senza ricordo.

Dov’è quel palazzo

che a tratti mi appare?  

Parli veggente

di un’isola

ignota

eppure la intendo

oltre la mente 

che non mi appartiene,

nel quieto intento 

la osservo.  

Nahuatl fratello

tu che dai voce alle forme

danzando

accogli ti prego

la mia strana visione:

vedo i Teocal  

tornati

a popolare la Terra, 

mentre vacilla

la scimmia assassina

progenie ibridata

d’iddii senza rimpianto.

Accarezzo la tua pelle  

olivastra

fanciulla 

insieme danziamo

sulle rive di Atl  

ricordi? il mio nome

rammento il tuo nome

i tuoi occhi, i capelli

t’inseguo nell’aria

mio comandante, 

piloti fanciulli

sfioriamo le leve 

dei carri, 

giocando sopra le giungle

risorte

del nostro mondo

innocente 

Federico Tomaselli